Fino al 14 luglio, 60 opere da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana in un mostra presentata dalla Fondazione Cosso, curata da Francesco Poli.

Fino al 14 luglio al Castello di Miradolo è allestita la mostra «Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana», oltre 60 opere di grandi protagonisti di una lunga stagione di ricerca seguita alla Seconda Guerra Mondiale. Il progetto espositivo, presentato dalla Fondazione Cosso, accompagna il pubblico in un percorso tra le più significative esperienze degli anni Cinquanta e Sessanta in Europa, America e Giappone, senza trascurare la particolare scena artistica torinese.

Il progetto, curato da Francesco Poli (accompagna la mostra il catalogo curato da Poli e da Paola Gribaudo), si sviluppa attraverso dodici sale della straordinaria residenza di San Secondo di Pinerolo: le opere documentano le ricerche informali in Europa, quelle dell’espressionismo astratto americano e quelle in Giappone. Per l’Europa, sono presenti artisti attivi a Parigi, come Dubuffet, Fautrier, Mathieu, De Staël, Hartung, Van Velde, Tàpies, Vieira da Silva, gli esponenti del Gruppo Cobra, come Jorn, Appel e Alechinsky, i principali protagonisti italiani, tra cui Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova, Turcato, Moreni, Morlotti, Tancredi e Novelli. Il focus sugli anni Cinquanta e Sessanta a Torino include opere di Spazzapan, Gribaudo, Gallizio, Merz, Garelli, Ruggeri,Carena, Galvano e Carol Rama. L’espressionismo astratto americano è rappresentato da notevoli dipinti di Gorky, Hofmann, Tobey, Bluhm e Sam Francis. Di particolare interesse sono gli artisti informali giapponesi, dal Maestro del Gutai Motonaga, ad altri esponenti informali come Onishi, Imai, Domoto e Teshigahara che il critico Michel Tapié aveva presentato in mostra a Torino.

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